Fantascienza

Viaggio nella Luna

todayAgosto 11, 2020 83 1

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Viaggio nella Luna
(Il primo film di fantascienza della storia del cinema)

Il nome Marie-Georges-Jean Méliès ai più forse non richiamerà alcun ricordo.
Nato a Parigi l’8 dicembre 1861, Georges Méliès, così chiamato da chi lo ricorda o da chi ne ha solamente sentito parlare, è stato un grandissimo uomo di spettacolo francese, un illusionista che a cavallo fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo fece della sua arte la sua vita, e della sua vita un solo verbo: stupire!
Stupire per Méliés era la vera essenza dello spettacolo da quando giovanissimo in Inghilterra imparò l’arte dell’illusionismo facendola diventare la base per ogni suo spettacolo con l’intento, pregevole, di far tornare lo spettatore bambino: riuscendoci.

Appassionato lettore delle opere di Jules Vern (1828/1905) e di H.G. Wells (1866/1946), pilastri del romanzo fantastico e fantascientifico, si appassionò anche alla cinematografia sulla scia dell’invenzione del “cinematografo” da parte dei fratelli Auguste e Louis Lumière (brevettato il 13 febbraio 1895) i quali sviluppando il famoso “Kinetoscopio”, ideato da Thomas Edison nel 1888, realizzarono la prima macchina da presa cinematografica.

La prima proiezione cinematografica della storia grazie al “cinematografo” risale, in forma privata, al 22 marzo 1895 presso i locali della “Société d’encouragement pour l’industrie nationale” a Parigi, mentre la prima proiezione pubblica nel senso moderno del termine, quindi a pagamento, è datata 28 dicembre 1895. Siamo sempre a Parigi e ci troviamo presso il “Salon Indien” delGrand Cafè” in Boulevard des Capucines 14 dove i clienti poterono assistere ad uno spettacolo di 25 minuti in cui furono proiettati ben dieci film. Il primo in assoluto “L’uscita dalle Officine Lumiére”.

Fra gli spettatori quel giorno c’era anche il 34enne Georges Méliès che affascinato da quell’invenzione ne intuì le potenzialità e soprattutto la possibilità di commistione fra la cinematografia e la sua arte dell’illusionismo magico. Dopo aver tentato di farsi vendere un apparecchio simile dagli inventori ma ricevutone al momento il rifiuto, decise di farsene costruire uno personalmente e grazie al quale diede il via alla sua carriera di regista cinematografico e attore.

Mentre i film dei Fratelli Lumière (che ritenevano il cinema una “invenzione senza futuro” tanto da abbandonare ben presto l’attività) ritraevano soprattutto immagini di vita quotidiana, Mèliés ebbe l’intuizione di spingersi oltre inserendo nel “suo” cinema i trucchi del suo mestiere d’illusionista dando così vita ad un nuovo prodotto che innalzerà l’artista a ruolo di “secondo padre del cinema” ma soprattutto di “padre” del cinema fantastico e fantascientifico divenendo, fra l’altro, anche l’inventore degli “effetti speciali” accidentalmente da lui scoperti nel 1896 in seguito all’inceppamento momentaneo della pellicola durante la ripresa di una carrozza in movimento.

E grazie alla commistione di cinema ed illusione a Mèliés, che produrrà oltre 500 film, ed alla sua capacità di “manipolare e trasformare l’apparenza della realtà” si deve soprattutto il merito di aver realizzato il primo film di fantascienza della storia quel “Le Voyages dans la Lune” (Viaggio nella Luna) proiettato per la prima volta a Parigi il giorno 1 settembre 1902: era un lunedì, pioveva ed i fratelli Lumière non furono invitati.

Viaggio nella Luna richiese ben tre mesi di riprese per un prodotto che avrà una durata variabile attorno ai 14 minuti. Diverse le versioni che nel corso degli anni verranno rilasciate grazie anche a ritrovamenti di pellicola inaspettati. Il film è un’opera che permise a Méliès di presentare un prodotto innovativo, coraggioso, mai visto prima spingendosi così dove nessun cineasta si era mai spinto prima di allora (….).

Il regista francese portò visivamente l’uomo sulla Luna ben 77 anni prima degli americani prendendo spunto per la trama e la sceneggiatura dalle opere di Jules Verne (Dalla Terra alla Luna, 1865, Intorno alla Luna, 1870) e di H.G. Wells (I primi uomini sulla Luna, 1901) e rendendo anche omaggio nel titolo all’operetta del 1875 “Le Voyage dans la Lune” del 1875 di Jacques Offenbach anch’essa ispirata dai romanzi di Jules Verne.
Per le riprese del film Mèliés mise in pratica tutte le sue sperimentazioni, e le sue finanze, per quello che doveva essere, e sarà, il suo capolavoro. L’opera arriverà dopo la realizzazione di alcuni film che riprendevano lo stile di ripresa dei Fratelli Lumière ma i tempi ormai risultavano maturi per qualcosa di strabiliante ed il giovane Georges sentiva la necessità di presentare al mondo qualcosa di diverso, qualcosa di innovativo e soprattutto qualcosa di suo.
Per le riprese realizzerà scenografie dettagliatissime e costumi realistici in un progetto assolutamente ambizioso e visionario al quale aveva già cominciato a pensare ai tempi delle riprese di quello che può essere definito il prodromo dell’opera, l’onirico “La Lune à un mètre” del 1898. Ma “Viaggio nella Luna” sarà un’altra cosa.

Gli studi costruiti nel 1897 a Montreuil furono il primo studio cinematografico della storia del cinema e non essendo ancora dotati di elettricità obbligarono a girare tutto nei giorni di sole e soprattutto senza sosta. Il film sarà in bianco e nero ma Mèliès ne realizzerà contestualmente una versione anche a colori che dopo essere stata considerata scomparsa verrà miracolosamente ritrovata nel 2011.

La trama di “Viaggio nella Luna” si apre con un congresso di astronomi che animatamente discutono fra di loro e decidono di sparare, tramite un cannone, un proiettile/capsula spaziale (in vero stile Jules Verne) verso la Luna. Il proiettile lanciato giunge alla sua destinazione conficcandosi direttamente nell’occhio destro del satellite regalando così alle generazioni future una immagine indelebile e storica dell’astro celeste. Scesi sulla Luna gli esploratori spaziali scopriranno che la Luna è abitata da alieni “Seleniti” che catturano i terrestri e li portano al cospetto del loro Re. Qui fortunatamente riescono a scappare ed a recuperare la loro capsula per tornare sulla terra non accorgendosi però che un alieno è con loro…….
Un capolavoro, un’opera visionaria e sorprendentemente moderna nella storia e nel concept suddivisa in 14 strepitosi quadri/scene.

A Mèliés il cinema, non solo di fantascienza, deve veramente tutto: un artigiano che mosso da una curiosità implacabile e da una insana voglia di sperimentare scoprì, e plasmò, molte tecniche cinematografiche usate ancora oggi. In “Le Voyage dans la Lune” c’è veramente tutta l’essenza del cinema di fantascienza e di avventura: dall’invenzione scientifica ai viaggi nello spazio, dagli esploratori spaziali agli alieni e sino alle battaglie per la sopravvivenza il tutto avvolto in un “pathos” senza precedenti per l’epoca. Meraviglioso.

Il film fu un successo strepitoso che però non portò la meritata ricchezza all’illusionista anche perché pochi giorni dopo si vide “rubare” la pellicola che mandata ad un laboratorio specializzato (il tutto sotto la regia oscura di Thomas Edison in primis) venne duplicata e fu creata così la prima copia pirata della storia per poi essere proiettata in America senza alcun beneficio per l’autore e produttore.

Il film ha il ben poco onorevole merito di essere il primo film piratato della storia. 

Nonostante le cause intentate dalla casa di produzione fondata nel 1896 dallo stesso Méliès, la “Star Film”, di fatto venduta nel 1911 per i grossi debiti accumulati, il produttore non rientrò mai in possesso degli stratosferici incassi che il film realizzò. La casa di produzione terminò la propria attività nel 1914.

Pian piano le finanze di Méliès cominciarono a scarseggiare e per sopravvivere dovette vendere i diritti della propria casa di produzione e con essa i diritti di distribuzione di parecchi film tornando senza prospettiva a recitare nuovamente come illusionista in teatro con però l’imminente scoppio della grande guerra a tranciare ogni roseo futuro.

Vendette sull’orlo del collasso economico anche gli studi cinematografici trasformati nel frattempo in teatro e con essi alcuni film, dei quali aveva  mantenuto il possesso, a venditori ambulanti bruciando poi le pellicole restanti per ricavarne dell’argento condannando così all’oblio molte sue opere.
Paradossalmente, l’immortalità del genio di Georges Mèliés verrà riconosciuta dalle generazioni future grazie alla pirateria ed è proprio grazie alla Edison e ad altre case che avevano piratato le sue opere se il suo lavoro in parte è sopravvissuto sino ad oggi.
Ridotto a vendere caramelle nella Gare du Nord, morirà di malattia nella sua Parigi a settantasei anni il 21 gennaio 1938 inconsapevole di essere diventato immortale.

 

Kappa
Author: Kappa

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Scritto da: Kappa

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